Sciacca Notizie
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giovedì 28 febbraio 2008
Antonino Maniscalco
Antonino Maniscalco
Accursio Miraglia
Ecco alcune delle sue frasi più significative:
“Per la ripresa della nostra vita operativa è indispensabile rivolgersi alla terra e al mare, creature come l’uomo, di Dio”.
«Noi, organizzati, siamo un gruppo di fratelli. Se succede qualcosa, si ragiona».
«Io non impreco e non chiedo alcuna punizione. Io che ho tanto amato la vita, chiedo ad essa di vedere pentiti coloro che ci hanno fatto del male».
Ecco le parole del suo ultimo comizio tenuto a Sciacca:
« La forza dell’uomo civile è la legge, la forza del bruto e del mafioso è la violenza fisica e morale. Noi, malgrado quello che si sente dire di alcuni magistrati, abbiamo ancora fiducia nella sola legge degli uomini civili, che alla fine trionfa nello spirito dell’uomo che è capace di sentirne il “bene”. Temiamo, invece la violenza perché offende la nostra maniera di vedere e concepire le cose. Lungi dalla perfezione e dall’infallibilità, siamo però in buona fede, e non cerchiamo altro che la possibilità di ripresa della nostra gente e in altre parole di dare il nostro piccolo contributo all’emancipazione e alla dignità dell’uomo. È solo questo il filo conduttore che ci ispira e ci porta nel rischio. Non è colpa nostra se qualcuno non lo arriva a capire: non arrivi a capire, cioè, che ci sia, ogni tanto, qualcuno disposto anche a morire per gli altri, per la verità per la giustizia. Attento però a questo qualcuno che da sprovveduto e morto non diventi un simbolo molto ma molto più grande e pericoloso. »
Ed Ecco il suo motto:
«Meglio morire in piedi, che vivere in ginocchio.»
Fonte: L'altra Sciacca
Accursio Miraglia
Ecco alcune delle sue frasi più significative:
“Per la ripresa della nostra vita operativa è indispensabile rivolgersi alla terra e al mare, creature come l’uomo, di Dio”.
«Noi, organizzati, siamo un gruppo di fratelli. Se succede qualcosa, si ragiona».
«Io non impreco e non chiedo alcuna punizione. Io che ho tanto amato la vita, chiedo ad essa di vedere pentiti coloro che ci hanno fatto del male».
Ecco le parole del suo ultimo comizio tenuto a Sciacca:
« La forza dell’uomo civile è la legge, la forza del bruto e del mafioso è la violenza fisica e morale. Noi, malgrado quello che si sente dire di alcuni magistrati, abbiamo ancora fiducia nella sola legge degli uomini civili, che alla fine trionfa nello spirito dell’uomo che è capace di sentirne il “bene”. Temiamo, invece la violenza perché offende la nostra maniera di vedere e concepire le cose. Lungi dalla perfezione e dall’infallibilità, siamo però in buona fede, e non cerchiamo altro che la possibilità di ripresa della nostra gente e in altre parole di dare il nostro piccolo contributo all’emancipazione e alla dignità dell’uomo. È solo questo il filo conduttore che ci ispira e ci porta nel rischio. Non è colpa nostra se qualcuno non lo arriva a capire: non arrivi a capire, cioè, che ci sia, ogni tanto, qualcuno disposto anche a morire per gli altri, per la verità per la giustizia. Attento però a questo qualcuno che da sprovveduto e morto non diventi un simbolo molto ma molto più grande e pericoloso. »
Ed Ecco il suo motto:
«Meglio morire in piedi, che vivere in ginocchio.»
Fonte: L'altra Sciacca
Stefano Ristagno
Stefano Ristagno
Vincenzo Licata
Vincenzo Licata
Giuseppe Maniscalco
UNA MATTINA D’ESTATE ALLO STAZZONE
Rumoreggia il fruscìo delle onde
nella tiepida calura delle otto di mattina.
Una mattina,
la solita di sempre
fra le squallide sponde
allo Stazzone.
Lì!
Ove traccia di cenere avvolta nel cemento
più non esiste
dell’arso Mulino Cuore che fù!
Pochi blocchi di tufo del vecchio recinto:
unico rudere rimasto
che riaffiora nei ricordi paterni.
Più in là, al porticciolo,
l’ anziano pescatore,
fra schiume melmose
e rottami di vetro sulla sabbia,
fissa ignaro e speranzoso
l’orizzonte incerto del domani.
Pochi pesci
abboccano all’amo
e il triste pescatore
si dilegua.
Di lì a poco anch’io
da quella squallida quiete
mi dileguai.
Nulla di nuovo sotto il sole
che tiepido a quell’ora
da quelle parti si odeva:
solo l’apatia del tempo
che gravita sull’essere.
Mentre come sempre
rumoreggian le solite onde
fra lo svolazzar felice dei gabbiani.
Giuseppe Maniscalco 10-10-2007
Giuseppe Maniscalco
UNA MATTINA D’ESTATE ALLO STAZZONE
Rumoreggia il fruscìo delle onde
nella tiepida calura delle otto di mattina.
Una mattina,
la solita di sempre
fra le squallide sponde
allo Stazzone.
Lì!
Ove traccia di cenere avvolta nel cemento
più non esiste
dell’arso Mulino Cuore che fù!
Pochi blocchi di tufo del vecchio recinto:
unico rudere rimasto
che riaffiora nei ricordi paterni.
Più in là, al porticciolo,
l’ anziano pescatore,
fra schiume melmose
e rottami di vetro sulla sabbia,
fissa ignaro e speranzoso
l’orizzonte incerto del domani.
Pochi pesci
abboccano all’amo
e il triste pescatore
si dilegua.
Di lì a poco anch’io
da quella squallida quiete
mi dileguai.
Nulla di nuovo sotto il sole
che tiepido a quell’ora
da quelle parti si odeva:
solo l’apatia del tempo
che gravita sull’essere.
Mentre come sempre
rumoreggian le solite onde
fra lo svolazzar felice dei gabbiani.
Giuseppe Maniscalco 10-10-2007
Giuseppe Maniscalco
ESTATE A MARAGANI
Ascolto il silenzio
color bianco acquerello dell'onda d'estate
rinfrescar gli asciutti granelli di sabbia
e le torride “giache” (1) di “Maragani”(3)
Quand’anche,
una tempera blu oltremare
tinge d’azzurro sfumato il celeste tavolato
dall’orizzonte all’estremo lembo fra le “giache” (1).
E ancora ascolto
il lento fluir del ruscello,
nascosto fra i canneti
di quell’impervio roccioso declivio.
Ed il “ceuso” (2), che da monte
guarda la sponda del mare
e mostra quel naturale abbandono ancor vivente.
Emozioni idilliache a non finire!
Ove un granchio disperso fra la sabbia
cerca una mano che lo riversi in mare.
Ringraziar vorrei la natura,
con canti e armonie di violini
per il dono dei silenzi dei colori.
E invocar vorrei che l’uomo non contamini
il “ceuso”, le “giache” e il mar di “Maragani”.
NOTE
______________________________________________
(1) “giache”: grossi ciottoli di mare.
(2) ”ceuso”: gelso in dialetto Saccense.
(3) “Maragani”: splendida spiaggia del mare di Sciacca.
20-07-2007